Segonzano

Segonzano

Segonzano è un comune di poco più di 1.500 abitanti della provincia di Trento, a circa 660 metri di altezza, nelle vicinanze del torrente Avisio.

Segonzano è una vasta zona caratterizzata da una quindicina di frazioni molto diverse tra loro. Famosa soprattutto per le sue piramidi, meraviglie create dalla natura, l’area di Segonzano è dedita all’agricoltura, in particolare ai vigneti, all’artigianato, alla lavorazione del legname e del porfido, tipo di roccia vulcanica.

Ma Segonzano è anche luogo di un’importante evento storico: qui infatti si disputò la battaglia contro i francesi che decretò la prima sconfitta dell’esercito napoleonico nel 1796.

Frutto dell’erosione dell’acqua risalente all’ultima glaciazione, le famose piramidi costituiscono un’attrazione naturale non solo a livello mondiale. Le colonne di pietra sono alte circa 20 metri disposte in una posizione detta “a canna d’organo”. Le piramidi si dividono tra quelle a cresta e quelle a punta cioè prive sulla loro cima di una gigantesca pietra di porfido che gli donano un aspetto quasi umano con testa e capelli.
Da questa particolare conformazione deriva la denominazione “Omeni de tera” datagli dagli abitanti della zona.

Ai piedi di questi giganteschi monumenti di pietra naturale è presente una vegetazione ricca di muschi, foglie e radici che hanno avuto il compito di rallentare l’erosione dell’acqua. Alle piramidi si accede attraverso un sentiero percorribile dopo aver pagato un ticket, clausola istituita a partire dal 2011.

Altra attrazione, questa volta però realizzata da mani umane è il castello di Segonzano,tipica costruzione medievale dal profilo tenebroso, formata dalle tipiche mura e torri merlate, che dal suo sperone roccioso domina la valle di Cembra. Costruito probabilmente intorno al 1200 ebbe un’importanza particolare tra il ‘300 e il ‘400 ma fu poi distrutto nel 1700 in seguito ai saccheggiamenti durante la guerra tra austriaci e francesi.

Oggi i resti della fortezza godono si una suggestiva atmosfera, circondati da meleti e vigneti, raggiungibili percorrendo il sentiero di Corvaia. Non solo il castello ma l’intera zona ha avuto durante il medioevo un’importanza notevole poiché riforniva la flotta veneziana di legno di abete rosso utilizzato per costruire le navi, trasportato fino alla città marinara via fiume. Immerso nel bosco si trova poi il Santuario della Madonna dell’aiuto che custodisce al suo interno il quadro della Madonna dell’aiuto risalente al 1682. Trattasi di una copia di un dipinto conservato nella chiesa di San Giacomo a Innsbruck. Si narra che il quadro, fatto commissionare dal Barone Francesco Ferdinando a Prato fu ritrovato da un pastore e portato nella chiesa parrocchiale. Il dipinto però ad un certo punto scomparve per poi ricomparire nel punto dove oggi si trova il santuario che divenne subito meta di pellegrinaggi e oggetto di donazioni. Grazie a queste ultime i parroci del luogo poterono permettersi un ampliamento avvenuto nel 1861.