Enrosadira

Le Dolomiti che si colorano…

L’Enrosadira (lett. dal ladino diventare color rosa) costituisce un fenomeno molto caro a tutti gli amanti delle montagne trentine, ed in particolare delle sue Dolomiti: con questo termine, infatti, si indica il colore rossastro assunto dalle cime delle Dolomiti e che, in alcune ore dell’alba e del tramonto, può approssimarsi gradatamente al viola.

Il fenomeno è causato principalmente dalla stessa costituzione chimica delle Dolomiti.
Tali montagne sono infatti formate principalmente dalla dolomia, una roccia sedimentaria carbonatia costituita preminentemente dalla dolomite, la quale è a sua volta un composto di magnesio e carbonato di calcio.
Tale struttura chimica fa in modo che, quando l’aria è nitida, la luce del sole possa rifrangersi provocando il caratteristico colore rosato che contraddistingue tali cime alpine.

Le gradazioni di colore assunte dalle montagne non sono stabili, anzi.
Esse possono cambiare non soltanto nei diversi periodi dell’anno, ma anche semplicemente da un giorno all’altro. Ciò è dovuto principalmente alla posizione con cui i raggi del sole giungono sulle montagne, nonché alle specifiche condizioni dell’atmosfera e dell’aria.

Il fenomeno dell’enrosadira può essere apprezzato su tutte le Dolomiti, ed in particolar modo sulle pareti rivolte ad est durante l’alba e su quelle rivolte ad ovest durante il tramonto.

L’enrosadira è un fenomeno così particolare ed affascinante che non poteva non destare la curiosità e la fantasia dell’immaginario popolare.

La Leggenda

Esistono ancora oggi numerose versioni della leggenda di Re Laurino (in ladino Re Laurin), un re nano in possesso di un bellissimo giardino di rose sito sul Catinaccio.
Una delle più diffuse storie narra di come il principe del Latemar finì incuriosito dalla magnificenza del Rosengarten di Laurino e vi si avventurò, incontrandovi la figlia del Re; il principe rimase così folgorato dall’aspetto della giovane che la rapì, volendone fare la sua sposa. Il Re Laurino, disperato, lanciò quindi una maledizione sul suo giardino causa di una così terribile sventura: mai più nessuno avrebbe potuto ammirarne la bellezza. L’incantesimo però non toccò le ore del tramonto, periodo nel quale gli occhi degli uomini possono ancora godere dell’incantevole rosa delle Dolomiti.